L’Emilia-Romagna dichiara lo stato di crisi regionale per la siccità
Già stasera la firma del decreto, In arrivo un’ordinanza per i Comuni per evitare sprechi nell’utilizzo dell’acqua.
Le piogge scarsissime, portate dei fiumi in diminuzione e le alte temperature portano ad un bilancio idro-climatico con valori, nel mese di giugno, paragonabili solo a quelli di fine estate.
L’Emilia-Romagna dichiara lo stato di crisi regionale per gli effetti della siccità prolungata: è la decisione assunta oggi dalla Cabina di regia per l’Emergenza Idrica, convocata con urgenza in Regione dall’assessore all’Ambiente Irene Priolo, in accordo col presidente della Giunta regionale, cui hanno partecipato – oltre all’assessore regionale all’Agricoltura – anche i gestori del servizio idrico integrato, Atersir (Agenzia territoriale dell’Emilia-Romagna per i servizi Idrici e rifiuti), Anbi (Associazione nazionale bonifiche irrigazioni miglioramenti fondiari), Consorzio Canale Emiliano Romagnolo e naturalmente l’Autorità Distrettuale del fiume Po e l’Aipo, l’Agenzia interregionale per il fiume Po.
Nella serata di oggi 21/06/2022 è stato firmato il decreto per la dichiarazione dello stato di crisi regionale, con cui è prevista anche l’istituzione formale della Cabina di regia, che monitorerà passo passo l’evolvere della situazione.
La Regione procederà quindi con la richiesta dello stato d’emergenza nazionale finalizzata ad ottenere risorse per l’assistenza alla popolazione e per interventi urgenti. Sono due, a livello di protezione civile, da garantire: la salvaguardia della riserva idropotabile e la protezione dell’habitat naturalistico, in particolare quello della fauna ittica. La situazione è molto complessa ma al momento non a livello tale da mettere in discussione l’approvvigionamento idropotabile.
Sono già stati messi in atto accorgimenti importanti, che hanno permesso di accumulare acqua come la sospensione dei prelievi dalle concessioni dove ci sono criticità severe, l’anticipazione del deflusso minimo vitale estivo ad aprile, anziché in estate, e l’accesso a deroghe temporanee sul deflusso a maggio.
L’osservato speciale resta il Po, soprattutto per quanto riguarda i livelli misurati in località Pontelagoscuro, che afferiscono all’approvvigionamento idropotabile di Ferrara e Ravenna. In quest’ottica, è fondamentale che i livelli del Cer (il Canale Emiliano Romagnolo) non scendano al di sotto di 2,58 metri sul livello del mare.
Cosa fa la Regione in questi casi?
La siccità è, infatti, una normale e ricorrente caratteristica del ciclo idrologico e può verificarsi sia in regioni secche che umide.
Differisce dall’aridità, la quale è invece ristretta ad aree geografiche con poca precipitazione e risulta pertanto una caratteristica permanente del clima. La siccità ha origine da una deficienza di precipitazione su un periodo di tempo esteso, di solito una stagione o più e viene valutata in relazione al bilancio locale tra precipitazione ed evapotraspirazione. È anche legata all’intervallo di tempo in cui si presenta (stagione di occorrenza), al ritardo dell’inizio del periodo delle precipitazioni, all’efficacia delle piogge, ovvero alla loro intensità ed al numero di eventi piovosi. Altri fattori quali la temperatura, i venti e l’umidità dei terreni sono spesso associati alla siccità e possono contribuire ad aggravarne gli effetti.
Le principali attività regionali in tema di siccità vengono svolte nell’ottica di:
- definire un idoneo sistema di monitoraggio e di restituzione delle grandezze rilevate per le piogge, le portate, i livelli delle falde ipodermica e profonda, i livelli degli invasi principali, le temperature;
- predisporre e tenere aggiornati opportuni indici per ambiti sub-regionali, in grado di dare il quadro delle risorse idriche presenti e di quelle prevedibili nell’immediato futuro;
- dichiarare condizioni di attenzione e di emergenza idrica;
- richiedere e indirizzare la predisposizione dei documenti di gestione “locali” e verificare l’attuazione delle principali misure preventive, di mitigazione e di attenuazione del livello di rischio.
La realizzazione di tali attività discende da due fasi complementari:
- il monitoraggio coordinato dal Servizio IdroMeteoClima di ARPAE Emilia-Romagna;
- la valutazione del rischio coordinato dal Servizio Tutela e Risanamento Acqua, Aria e Agenti Fisici.
Entrambe le strutture operano in situazioni ordinarie e di attenzione, cioè in presenza di condizioni idrologiche, agricole e di volumi di riserva prossime a livelli di criticità. In condizione di forte anomalia dovuta a intensi e lunghi fenomeni di siccità, subentrano nell’attività operativa le strutture previste dalle norme regionali promulgate ad hoc.
La siccità è rappresentata mediante la mappa sotto riportata, che prevede una suddivisione del territorio regionale in otto macroaree.
Gli indicatori di siccità vengono invece rappresentati mediante bollettini a livello regionale e locale che descrivono la situazione della siccità meteorologica, agricola ed idrologica a seguito di elaborazioni di specifici indici termici, pluviometrici ed agrometeorologici. La loro cadenza può essere giornaliera, settimanale o mensile a seconda della intensità, gravità e ampiezza dei fenomeni.